Donazioni

DONAZIONE NUMISMATICA ONORATI

Vincenzo Onorati, cittadino di Stigliano, vissuto a Genova per ben 30 anni, aveva collezionato per passione una ricca e preziosa raccolta di monete e oggetti di antiquariato e nel 1974, tornato in terra natia, decise di donare alla biblioteca la sua collezione.

L’esposizione ne comprende circa 4.000 sistemate in apposite bacheche e fu inaugurata nel 1981 a Palazzo Malvezzi. Il materiale è esposto per gruppi storico-cronologici  (dal V^secoloa.c. ai giorni nostri) e per valori monetari decrescenti. Monete greche (128), romane repubblicane (44) imperiali (290), stati italiani (327) sino al 1861, monete italiane dopo l’unificazione e degli stati esteri: Europa 1.385, Africa 244, America 436, Asia 362, Oceania 59.

DONAZIONE FODALE

La famiglia Fodale, originaria della Sicilia, ma vissuta per molti anni a Matera, ha voluto arricchire il patrimonio della Biblioteca con una donazione di circa 1000 volumi, in prevalenza testi classici latini e greci, numerose litografie ottocentesche a carattere religioso e mitologico, una serie di medaglie in oro, argento e metallo raffiguranti personaggi illustri dell’antichità e un prezioso dipinto che illustra San Marco che verga il vangelo sorretto da un putto di Giuseppe Cammarano (Sciacca (AG) 1766-Napoli 1850). Cammarano fu un seguace del Chelli, scenografo del Teatro San Carlo di Napoli. Nel1786 fu a Roma a studiare con un compenso offerto da Re Ferdinando IV. Due anni dopo lavorò al restauro della Reggia di Caserta, dove affrescò le volte di alcune stanze. Rientrato a Napoli, aprì una scuola di pittura e insegnò all’accademia. Nel 1817 dipinse l’apoteosi dei grandi poeti e la gloria dei Borboni. Altre pitture allegoriche si trovano nel Palazzo del Duca di Capua e di Sant’Antimo. Nella Cattedrale di Caserta vi è un suo affresco: L’ultima cena. Ritrasse vari personaggi della famiglia Borbone. Molti suoi quadri si trovano nel Museo di San Martino di Napoli. La sua pittura, per impianto oggettistica e vivacità cromatica può essere considerata tipicamente settecentesca della sua produzione artistica si ricordano in particolare i paesaggi idillici. Oltre agli affreschi ci restano alcuni bozzetti. A 12 anni dalla sua morte, in occasione della esposizione internazionale di Londrafu inserito nell’elenco dei maestri della scuola napoletana di fine ‘700 e della prima metà dell’800.

GRAMMOFONI

La Provincia di Matera acquistò nel 1989 dal prof. Robleto Merolla, docente di canto del Conservatorio E. Duni di Matera, la collezione di grammofoni (20) e un fonografo prodotti tra la fine dell’800 ed i primi anni 40 del ‘900 ed un corredo discografico (240) emesso dalle maggiori case discografiche mondiali con le voci dei massimi esecutori di musica lirica, sinfonica, da camera e leggera.

Esemplari significativi esposti:

Organetto di Barberia “Ariston” del 1875

Tra i primi strumenti di riproduzione della musica va sicuramente posto l’organetto di Barberia. Ideato dall’italiano Barberi, lo strumento è dotato di un meccanismo a mantici interni che aziona il trascinamento dei dischi, realizzati in cartone e opportunamente perforati. Le perforazioni permettono a un lettore, dotato di salterelli incrociati, di produrre un suono nitido e potente. Prodotto nel 1875 dalla ditta Erlich di Lipsia, lo strumento, denominato Ariston, si presenta in un eccezionale stato di conservazione e perfettamente in grado di riprodurre i dieci rarissimi dischi che lo accompagnano in dotazione. L’organetto è appartenuto in passato al principe Antonio De Curtis, in arte Totò, che provvide a custodirlo dentro una speciale cassetta imbottita in raso, fatta appositamente costruire per prevenire ogni possibile deterioramento. Considerato ultimo prodigio musicale, l’italiana Carish su licenza della casa madre, produsse i dischi in cartone.

Fonografo Edison Standard del 1904 [sulla cassa il marchio a bandiera Edison Standard Phonograph in nero su fondo oro]

Con l’avvento della riproduzione a cilindri di cera, metodo preceduto solamente dall’incisione su fogli di stagno (primo brevetto dell’americano Edison) incomincia il cammino della fonografia mondiale. Il fonografo a rulli Edison Standard risalente al 1904, realizzato in legno di quercia è totalmente originale nelle sue parti, ebbe una grande diffusione negli Stati Uniti d’America, riuscendo per giunta a insidiare i mercati europei, dominati dalla presenza delle marche tedesche e francesi. Esso divenne così popolare che un altro modello Edison, in tutto simile al presente, fu dotato di un particolare meccanismo di ripetizione delle ultime parole ascoltate, espediente dimostratosi utilissimo per lo studio delle lingue. Perfettamente funzionante e originale in ogni suo particolare, il fonografo Edison è corredato di due cilindri originali dell’omonima marca.

Grammofono “Columbia” a tromba in metallo colorato del 1906

La casa Columbia si distinse, fra le prime, nella produzione di affidabili macchine di riproduzione del suono. Dopo aver prodotto svariati modelli di fonografi che utilizzavano il sistema dei cilindri di cera, la casa americana si convertì tra le prime al disco piano, mettendo in produzione mirabili e indimenticati esemplari. Questo modello, la cui data di produzione risale al 1906, può essere assimilato alla linea dei grammofoni intermedi. Dotato di un affidabile motore e di un’ottima testina originale il grammofono, grazie alla sua grande tromba di metallo colorato, esprime il massimo della sonorità possibile per i suoi tempi.

Grammofoni ortofonici a mobile “His Master’s Voice” anni 20

Di significativo valore sono anche i grammofoni impreziositi dai loro mobiletti in legno di quercia.

Il celebre marchio de La voce del padrone rappresenta un Jack Russell Terrier intento ad ascoltare i suoni che provengono dalla tromba di un grammofono. Venne concepito e dipinto da un noto pittore di Liverpool, Francis Barraud. Alla morte del fratello Mark, Barraud aveva ricevuto un cane di nome Nipper e un grammofono con molti cilindri su cui era incisa la voce di Mark. Pare che Nipper fosse effettivamente solito ascoltare la voce del suo defunto padrone nella posizione ritratta da Barraud. Il dipinto, intitolato His Master’s Voice, fu acquistato dalla società Gramphone a scopo pubblicitario, e divenne poi il marchio dell’etichetta discografica. A titolo di gratitudine, Barraud ricevette dalla società un lascito pensionistico annuo di circa 30.000 lire, durato fino alla sua morte.

Dischi

Alla collezione di grammofoni vi sono anche i dischi d’epoca (in corso di catalogazione)

Tra le tante incisioni figura il Messaggio di Benito Mussolini al Popolo Nord Americano e agli Italiani d’America, raccolto in doppio disco per essere trasmesso dalla The Chicago Tribune a mezzo della sua stazione radiotelefonica WON di Chicago.